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VOCI DALL’ULIVETO


Personale di Pirografia di Silvana Bissoli
Presentazione a cura di Pompea Vergaro, critico d’arte e giornalista

VOCI DALL’ULIVETO trae origine da un unico sentimento che si traduce nella smisurata passione per gli ulivi e per il Salento che da millenni ne custodisce le radici. Voci dall’Uliveto sono bisbigli e se si porge l’orecchio si può udire il racconto della loro e nostra vita.
“Ho cercato tra gli Ulivi di Puglia l’essenza di quella terra,
ho incontrato antiche radici, tramutate in folletti, che hanno narrato per me storie incantate”.
Cosa ha spinto Silvana Bissoli, nata tra distese di grano, tabacco e mais nella pianura padana veronese, a fare la sua realtà artistica delle immense distese verdi degli Ulivi della terra pugliese? Non è il frutto di una bizzarra curiosità, ma piuttosto la risposta ad un forte richiamo. Il fortunato incontro con una compagna di università e, in seguito, con un artista, entrambi salentini, sono stati il tramite, ma c’è qualcosa che va oltre e che nasce da una esigenza personale e da un richiamo che profuma di grazia. Quel “mondo magico”, tutto da scoprire, sarà il filo conduttore che la guiderà negli anni, sino a fondere la sua vita con quella incisa sui tronchi di secolari Ulivi, muti testimoni del tempo e parte integrante della storia dell’uomo mediterraneo.
Silvana Bissoli nasce a Sanguinetto, un piccolo paese dell’’entroterra veronese, dove ha vissuto fino alla prima giovinezza per poi trasferirsi definitivamente a Imola. Il suo incontro con l’Arte è apparentemente casuale. Dopo la Laurea in Scienze Politiche, durante uno dei suoi viaggi, l’incontro con l’artista pugliese Giorgio Fersini, che ne diviene suo maestro di pirografia, cambia la sua esistenza che da quel momento si vota e avvia completamente verso la via dell’arte per mai più abbandonarla! Lungo gli anni, continuano i suoi viaggi e prendono vita le passeggiate, le camminate tra le distese di ulivi secolari. L’Arte di Silvana Bissoli è legata all’antica “filosofia del camminare”, dei passi sulla terra che la conducono a cercare e incontrare ulivi che le narrano di vicende umane, di legami terreni e spirituali. Le sue opere sostano in più luoghi del territorio nazionale e il cui denso percorso artistico, che ha superato ormai il ventennio, fatto di cammini e di soste, da nord a sud e viceversa è segnato da notevoli e significativi successi e riconoscimenti con mostre organizzate da Enti e Istituzioni allestite in prestigiosi luoghi storici.
Ella giunge nel profondo sud, passeggia tra i campi di uliveti che respirano i ritmi della natura, la luce e il buio, l’acqua, le foglie, il vento che narrano storie antiche, ma anche contemporanee. Ella li incontra, se ne innamora, li fotografa, poi torna a casa e si mette al lavoro, si affida all’Arte che si manifesta nella sua piena magnificenza e unicità!
Il pirografo è il suo strumento. La pirografia è la scrittura col fuoco, una tecnica d’incisione antichissima che giunge dal mediterraneo.
Il primo incontro dell’artista con gli ulivi … è stato molto forte. “Da quel momento quella terra si proponeva ogni volta, divenendo un forte richiamo e come un folletto mi ha intrappolata” come ella stessa racconta, per non separarsene mai più. E così ogni volta, con quella sensibilità non comune, ritroviamo l’artista a donare sempre nuove opere, attente e vigili a quello che accade agli Ulivi: cura e attenzione, ma a volte violenza e indifferenza.
Le sue opere sono alberi d’ulivo incisi su materiali legnosi; essi possiedono vitalità e inattese vibrazioni, quasi a voler narrare il tempo che scorre, le trasformazioni e gli accadimenti che viviamo quotidianamente. Sono vivi e sono in cammino, sono nostri compagni, pronti a sostenerci.
L’artista nei suoi viaggi fra gli ulivi narra, con il pirografo, sempre nuove avventure, ora cariche di “pietà” ora di attrazioni, ora di ferite o di racconti antichi. Di fronte alla cruda realtà non si scoraggia mai e prova a raccontare di “sinuose movenze” e di luoghi preferiti dove potersi “accovacciare”.
Oggi ella vive più che mai intensamente il rapporto con gli ulivi e vorrebbe portarli con sé, come quel naturale desiderio di una madre che non vorrebbe mai abbandonare i propri figli, per poterli sempre proteggere da vicino.

Talvolta questi “millenari” acquistano nuove spazialità, divenendo tridimensionali, quasi … delle sculture-installazioni come “Quello che gli ulivi ci dicono…”, un trittico pirografato su legno composto di 3 tavole, poggiati su un basamento di pietra leccese.  È un unico Ulivo, visto da prospettive diverse che propone tre sentimenti, forti sensazioni concrete e rassicuranti: Abbraccio, Calore, Amicizia, “perché è necessario avere qualcuno su cui contare a piene mani” come afferma la stessa artista. E il trittico “Sinuose Movenze”, dove l’artista sente il bisogno di offrire altre opportunità ai suoi ulivi ponendoli su spazialità differenti. Perché i giorni non sono mai gli stessi e domani è “sempre un nuovo giorno” e fra tutti “Il mio Mondo”, una scultura sferica, levigata, che ci suggerisce morbidezza, e invita ad abbracciarlo, nonostante non nasconda le incertezze, gli errori, la fatica del pirografo sul duro legno, come, d’altronde, lo è la nostra stessa esistenza. 
Ella con la sua arte che pratica intensamente, desidera scuotere le coscienze, ma lo fa con semplicità, dando la parola… agli ulivi, nostri padri che ci hanno visto nascere e morire, per sottolineare che siamo poco cambiati o, meglio, poco migliorati. Sono messi in campo tutti sentimenti dai più ai meno nobili che gli stessi ulivi vivono in questi tempi. Pirografandoli, raccontandoli, l’artista forse cerca di esorcizzare le difficoltà del vivere quotidiano che riguarda non solo l’uomo, ma gli stessi ulivi.
Ella pirografando fa sentire la loro voce, carica di sentimenti di amicizia di affetto e di fiducia, nonostante affrontino ferite e sgomenti. Scava in forme e nei segni per esprimere attraverso questi millenari ulivi la metafora della nostra esistenza, sottoposta continuamente al dolore, ma anche alla gioia, alla sottomissione, ma anche all’amore.
Per questa ragione, per tutto il periodo dell’esposizione, sarà cura di Silvana Bissoli essere presente “disponibile a parlare con chi è interessato al suo lavoro, di ciò che esprime e desidera comunicare” come ella stessa sottolinea. Intende anche illustrare la sua tecnica, una modalità inusuale, ma efficace per incuriosire, avvicinare ed approfondire…
Nella sua ricerca la natura è una forza, un linguaggio che parla all’anima. La mostra è un anelito profondo per una indissolubile unità che solo le emozioni possono stabilire tra arte, natura e cultura.
“Torno e ritorno per incontrare vecchi Amici, che, con il proprio vissuto, hanno aiutato la mia crescita personale, mi hanno confortata e incoraggiata ad affrontare gli ostacoli e le difficoltà della vita.
E torneò a cercarli… perché so con certezza che anche oggi, tempo della grande prova per loro e per noi, saranno capaci di darmi e darci conforto e risposte, per alleviare il peso della croce che l’umanità vive proprio in questi giorni”